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Vini dell’Etna in degustazione

Considerata la “Borgogna d’Italia“, l’Etna ha quadruplicato la produzione di vino in meno di 20 anni. Di pari passo sono lievitati anche i prezzi dei vini prodotti sul Vulcano. I vini dell’Etna oggi sono ambiti e ricercati dai wine lover di tutto il mondo. Anche Gaja ha iniziato a produrre vini sull’Etna. E noi li assaggeremo!

Suggestione dell’ambiente vulcanico o qualità intrinseca di un terroir unico?

Scopriamolo insieme con una degustazione organizzata da EURhorEKA! per i propri membri. Un evento esclusivo che si terrà in un locale nel centro di Firenze.

Degusteremo insieme tre vini bianchi e tre vini rossi e per ciascun vino sarà abbinata una proposta gastronomica.

La degustazione dei vini dell’Etna di EURhorEKA! è riservata ai membri del nostro wine club. Ci troveremo intorno a un tavolo, per gustare e commentere 6 vini rappresentativi dell’Etna con la guida di un esperto. Sarà un’occasione per divertirci con la convivialità che solo il buon vino e il buon cibo sanno creare. Impareremo qualcosa su questo territorio magico per apprezzare ancora di più i suoi vini.

Quando: martedì 8 novembre 2022 alle 20.30

Dove: B Station in via Romana 126/R a Firenze

Costo: € 60,00

Il programma prevede:

  1. Graci – Etna Bianco 2018 + insalata di mare
  2. Gaja – Idda Bianco 2018 + assaggio di sushi 
  3. Graci – Etna Bianco Arcuria 2018 + burratina con alici del Cantabrico
  4. Gaja – Etna Rosso Idda 2017 + gamberi in salsa curry con riso venere
  5. Vivera – Etna Rosso Martinella 2012 + spezzatino di manzo
  6. Graci – Etna Rosso Arcuria 2016 + pollo affumicato alle erbe con insalatina di campo

Info e prenotazioni: eurhoreka@gmail.com – tel. 392 3614035‬

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Solaris, chi era costui?

In realtà chi è costui! Perché Solaris è un vitigno moderno, attualissimo, anzi in fase di espansione proprio negli ultimi 20 anni. Appartiene alle “varietà resistenti”, una famiglia di vitigni capaci di sopportare le avversità della vite, soprattutto le malattie fungine, riuscendo a maturare le uve facilmente anche in condizioni climatiche complicate. Infatti le varietà resistenti si addicono soprattutto alle zone fresche, dove le ore di sole sono ridotte o dove le piogge e altre avversità possono pesare seriamente. Non è un caso che il vitigno Solaris si sia rapidamente diffuso tra l’altro in Svizzera, Danimarca, Svezia, Norvegia e Belgio. 

Solaris in particolare è un’uva a bacca bianca, risultato di un incrocio messo a punto in Germania dall’università di Friburgo negli anni ’70 e autorizzato in quel paese dal 2004; la Germania è il paese in cui ce n’è di più; solo dal 2013 è annoverato nel registro nazionale delle varietà coltivate in Italia. Il Solaris ha una maturazione precoce e un’ottima vigoria, pertanto si ambienta anche in zone montane o nordiche. In altri termini matura bene accumulando molti zuccheri anche senza troppe ore di sole. In Italia lo si trova essenzialmente nel nord-est (Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto). 

Nel vino, oltre ad un colore giallo paglierino intenso, il Solaris dà un profilo aromatico interessante, che assomiglia per certi verti a quello dello Chardonnay: frutta a polpa bianca e gialla, frutta tropicale, agrumi e note floreali. Alcuni vini fatti con Solaris sembrano al naso proprio degli Chardonnay con quel profumo caratteristico di ananas e nocciola. Hanno un gusto mediamente fresco e il bello è che non sono sottili o esili, anzi dimostrano buon corpo e avvolgenza.

La tenuta Kollerhof si trova in Alto Adige lungo la riva sinistra dell’Adige a sud di Bolzano, esattamente a Mazzon, luogo magico per il Pinot nero. Ma oggi parliamo di Solaris e Kollerhof ha deciso di piantare il Solaris in una vigna a oltre 1000 metri di altitudine. La salubrità dell’ambiente e le caratteristiche del vitigno gli permettono una coltivazione senza alcun uso di trattamenti. 

Il Solaris Cucol 2018 di Kollerhof è un vino prodotto solo in acciaio con una sosta sui lieviti. È un bianco strutturato e profumato, nel bouquet risalta in particolare il fiore di sambuco insieme ai profumi fruttati. È fresco e sapido al gusto come tutti i grandi bianchi dell’Alto Adige.

KOLLERHOF – Vigneti delle Dolomiti IGT Solaris “Cucol” 2018 – lt.0,75

Il Solaris “Cucol” di Kollerhof è un vino da provare almeno una volta. E probabilmente anche più di una.


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Lo Champagne bio e artigianale dei fratelli Huré

Champagne Huré Frères

La maison HURÉ FRÈRES è nata negli anni ’60 a Ludes sul versante settentrionale della Montagne de Reims. Oggi è condotta da padre (Raoul Huré) e figlio (François), che coltivano 10 ettari di vigne in regime biologico. Il loro Champagne Brut Réserve L’invitation ha ottenuto una stella dalla prestigiosa guida Hachette. Non è l’unica etichetta prodotta da questa piccola maison, ma noi di EURhorEKA! la consideriamo un gioiellino facilmente accessibile, prodotto a base di Pinot nero.

Si tratta in di una cuvée in cui oltre al Pinot nero (dominante), vengono assemblati anche Pinot meunier e Chardonnay. La maggior parte delle uve provengono dal nord della Montagne de Reims, precisamente dai comuni di Ludes e Villedommange.

Viene impiegato solo acciaio nella produzione dei vini base, per mantenere uno stile fresco e teso con acidità importante. La cuvée viene creata ricorrendo anche a vin de réserve, vini di annate precedenti conservati con metodo Solera. Questo permette di omologare il gusto al variare delle annate, proprio quello che si richiede all’etichetta base di ogni maison. Dopo il tiraggio lo Champagne Brut Réserve L’Invitation resta in autolisi sui lieviti per circa 3 anni. 

Il risultato è un gusto complesso ma allo stesso tempo sottile al palato, di grande scorrevolezza, basato sulla tensione dell’acidità e di un’effervescenza elettrizzante. Lo suggeriamo come aperitivo, ma anche in abbinamento a crudi di pesce e antipasti di mare.

Che ne dici, lo vuoi provare? È disponibile su EURhorEKA! per gli iscritti (clicca sul link per vedere il prezzo)

HURÉ FRÈRES – Champagne Brut Réserve L’Invitation


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Chiara Condello, nuovo volto del Sangiovese di Romagna

Chiara Condello è una giovane vignaiola, proveniente da una famiglia di produttori di vino in Romagna sulle colline di Predappio. Si rende presto autonoma dalla tradizione familiare con l’obiettivo di produrre vini tutti suoi, basati su un’idea moderna di vino fatta di espressività e purezza. Ecco che i Sangiovese di Romagna di Chiara Condello assumono un carattere rivoluzionario, conquistano i tre bicchieri dal Gambero Rosso e i massimi riconoscimenti da quasi tutte le guide italiane e da molti critici internazionali. Sulla Guida ai Vini d’Italia 2021 i suoi Sangiovese di Romagna vengono descritti come “grandi novità della regione per identità, stile e piglio contemporaneo”. 

Chiara Condello coltiva Sangiovese sulle colline di Predappio fra 150 e 300 metri, dove le viti affondano le radici in un mix di calcare e argilla ricco di rocce di tipo arenario, il caratteristico “spungone”; si tratta di un terreno povero ma capace di esaltare la qualità dell’uva da vino. Le vigne sono circondate dal bosco e questo determina un microclima relativamente fresco. 

Chiara Condello lavora in modo artigianale, sposa l’agricoltura biologica e un approccio rispettoso del territorio; punta ad esaltare nei vini proprio le peculiarità di questo territorio piuttosto che cancellarle con una vinificazione invasiva. In cantina preferisce lavorare per gravità ed evitare l’impiego di pompe. Nessun lievito selezionato, niente controllo della temperatura e lunghe macerazioni sulle bucce per estrarre il massimo dalle uve. I vini maturano in botti grandi e vengono imbottigliati senza filtrazione.

Sono 2 le etichette prodotte: la Riserva “Le Lucciole” e il più giovane “Chiara Condello”, entrambi classificati Romagna Sangiovese DOC della sottozona Predappio. 

Ti ha incuriosito questa news? Acquista la Riserva Le Lucciole su EURhorEKA e dicci cosa ne pensi. Clicca sui vini qui sotto!

ROMAGNA SANGIOVESE PREDAPPIO LE LUCCIOLE RISERVA 2015

100% Sangiovese raccolto a mano con rese molto basse. È vinificato in legno con una macerazione di un mese e più. Successivamente il vino matura in botti grandi di rovere di Slavonia. Alla vista ha un colore scuro e profondo, impenetrabile, di tonalità rosso rubino. Ricco e intenso è il naso, che alterna note di frutta matura a sensazioni terziarie. Dimostra ottimo corpo, è austero, possente; avvolge il palato con equilibrio e persistenza.

ROMAGNA SANGIOVESE PREDAPPIO LE LUCCIOLE RISERVA 2017

100% Sangiovese raccolto a mano con rese molto basse. È vinificato in legno con una macerazione di un mese e più. Successivamente il vino matura in botti grandi di rovere di Slavonia. Questa annata ha ricevuto i 3 bicchieri del Gambero Rosso. Questa la descrizione in guida: “Le Lucciole Riserva ha tessitura leggiadra e quadro aromatico fiorito, con deliziosi frutti rossi a fare da base: un valzer di lamponi, ribes e ciliegie a danzare nel sorso agile quanto serrato e profondo.

ROMAGNA SANGIOVESE PREDAPPIO LE LUCCIOLE RISERVA 2018

100% Sangiovese raccolto a mano con rese molto basse. È vinificato in legno con una macerazione di un mese e più. Successivamente il vino matura in botti grandi di rovere di Slavonia. Questa annata ha preso 4 grappoli da Bibenda con questa descrizione: “Rubino cardinalizio. Quadro olfattivo intenso e profondo nelle tonalità scure di sottobosco, corteccia, terra bagnata e fiori appassiti, uniti a visciole e more in confettura, china, scatola di sigari e spezie orientali. Assaggio caldo, intenso, strutturato, sostenuto da vibrante freschezza e ottima sapidità con tannini sodi e ben ripartiti.


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I Barbaresco autentici di Bruno Rocca.

15 ettari vitati in posizioni invidiabili fanno di Bruno Rocca un produttore mitico, consolidato e affidabile di Barbaresco. Il suo nome è legato in maniera indissolubile al cru Rabajà; non si può infatti parlare di Barbaresco Rabajà (storica e pregiata menzione geografica aggiuntiva) senza fare riferimento al nome e ai vini di Bruno Rocca.

La filosofia produttiva è perfettamente espressa da una frase scritta sul sito della cantina: « … il nostro obbiettivo non è quello di “fare” il vino …. È la nostra terra che firma i vini, non il produttore».  

Oggi guida la cantina Francesco Rocca, figlio di Bruno; i suoi vini da Nebbiolo sono prodotti con poco interventismo, anzi nel rispetto di quello che il territorio sa dare. E si tratta di un territorio di primo piano: quello della Langa di Barbaresco con i suoi cru Currà (comune di Neive) e Rabajà (comune di Barbaresco), fra i più celebri e amati della denominazione.

L’eccellenza dei vini di Bruno Rocca mette d’accordo molti critici del vino: da Daniele Cernilli, alias Doctor Wine, al Gambero Rosso passando per Slow Wine.

Le vigne di Bruno Rocca sono certificate biologiche, fertilizzate con solo letame e vengono evitati trattamenti invasivi, riducendo anche l’impiego di rame e zolfo. L’utilizzo di botti grandi in cantina preserva l’eleganza caratteristica del Nebbiolo della zona di Barbaresco. Lo stile dei vini mette in evidenza struttura e complessità senza rinunciare a quella finezza che distingue il Barbaresco dal Barolo. Se il Barbaresco classico di Bruno Rocca è perfettamente godibile già in gioventù, le sue selezioni da singolo vigneto possono tranquillamente invecchiare in bottiglia, anzi migliorano col tempo. 

I vini di Bruno Rocca su EURhorEKA

BARBARESCO DOCG 2018 e BARBARESCO DOCG 2019

Prodotto dalle vigne più giovani dei vari appezzamenti di proprietà, matura per 18 mesi in piccole botti per essere immediatamente godibile. Due annate disponibili, entrambe considerate di buona qualità: la giovanissima 2019 e la 2018 con un anno di bottiglia in più.

BARBARESCO DOCG CURRÀ 2016 e BARBARESCO DOCG CURRÀ 2018

Currà è una menzione piccola ma molto amata del comune di Neive. Le vigne sono esposte ad ovest, ad un’altitudine compresa fra 200 e 320 metri. Il Nebbiolo è vinificato in botte grande. Più fruttato che floreale, deciso e lineare nello sviluppo al palato con persistenza notevole. Disponibile in due annate, entrambe validissime: la 2016 o la più giovane 2018.

BARBARESCO DOCG RABAJÀ 2016 e BARBARESCO DOCG RABAJÀ 2018

Rabajà è uno dei cru storici del Barbaresco, famoso e amato per la qualità dei vini. La famiglia di Bruno Rocca ha possedimenti in questo cru fin dal 1958, dove ha anche sede la cantina. Le uve provengono dalle vigne esposte a sud-ovest, sotto la cantina, fra 250 e 300 metri di altitudine. Il vino matura per due anni in botti di grandi dimensioni e si distingue per un impatto floreale al naso e un carattere avvolgente e sostenuto al palato.

LANGHE DOC NEBBIOLO FRALÙ 2018

Il Langhe Nebbiolo proviene da diversi vigneti aziendali, in particolare dalle esposizioni più fresche. Il vino matura per alcuni mesi in barrique e si presta ad un consumo disinvolto, pur mantenendo tutta l’eleganza del nebbiolo langarolo; ha struttura semplice e appeal immediato, è estremamente versatile nelle occasioni di consumo.

Altri vini di Bruno Rocca disponibili su EURhorEKA:

Dolcetto d’Alba DOC Trifolé 2019 – Vinificato solo in acciaio, vino rotondo e fruttato, dal carattere particolarmente gioviale.

Langhe DOC Chardonnay Cadet 2018 – Un bianco complesso, fruttato, di buona struttura e notevole intensità.


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Canaiolo Bianco, una rarità.

Il Canaiolo è un vitigno a bacca nera molto conosciuto in Toscana. In passato era molto più coltivato del Sangiovese. Ma il Canaiolo bianco invece è un vitigno molto raro, anzi quasi estinto. È stato riesumato grazie a un lavoro di ricerca di uno dei più grandi ampelografi contemporanei, Roberto Bandinelli. Il progetto di impiantarlo a scopo commerciale è della piccola azienda artigianale Borgo Prunatelli, di Rufina.

Secondo il volume Wine Grapes della Jancis Robinson Canaiolo Bianco è un sinonimo di un altro vitigno poco diffuso, ovvero il Drappeggio, coltivato ad Orvieto. In Toscana il Canaiolo Bianco si trova misto ad altre varietà in poche zone e mai è vinificato in purezza. È una varietà a maturazione piuttosto tardiva e si presta a produrre vini bianchi da invecchiamento, grazie alla sua acidità e al suo bagaglio polifenolico. Per la prima volta a produrre un vino da 100% Canaiolo Bianco è stato appunto Borgo Prunatelli a partire dal 2012.

Il Canaiolo Bianco è stato riprodotto a partire da ceppi antichi ritrovati nelle vigne di Borgo Prunatelli da Bandinelli. È stato piantato in un vigneto di solo mezzo ettaro collocato a 400 metri di altitudine, esposto a sud-ovest, con terreno argilloso e ricco di sassi. La resa è molto bassa, infatti nell’annata 2016 ne sono state prodotte solo 1400 bottiglie.

Il vino è concepito come bianco evoluto e longevo, quindi è soggetto a una vinificazione elaborata. Le uve subiscono una macerazione a freddo prima della fermentazione. Il 70% dell’uva fermenta in acciaio mentre il 30% fermenta in botti di rovere. In seguito il vino resta per 3 anni a maturare a contatto con le proprie fecce fini. Esce di cantina solo al quarto anno dalla vendemmia, proprio come un grande vino rosso.

Non sei curioso di provarlo? Eccolo:

BORGO PRUNATELLI – CANAIOLO BIANCO DI TOSCANA 2016

Veste il bicchiere di un giallo paglierino intenso tendente al dorato. Si esprime con profumi complessi ed evoluti senza mai abbandonare le note fruttate e floreali caratteristiche. Ha gusto strutturato e persistente.


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I bianchi gustosi di Ignaz Niedrist

In una terra dove l’80% del vino proviene da cantine cooperative, quella di Ignaz Niedrist è una delle poche realtà private dell’Alto Adige, gestite da generazioni di una stessa famiglia. La cantina è affiliata alla Federazione dei Vignaioli Indipendenti.

La tenuta di Ignaz Niedrist si estende sulle alte colline di Cornaiano e Appiano nell’Oltradige in provincia di Bolzano, una zona da sempre vocata per vini rossi e bianchi. Qui le vigne si trovano in altitudine, dai 450 ai 615 metri sul livello del mare, e godono di importanti escursioni termiche, così preziose per fissare le sostanze aromatiche nella buccia dell’uva e garantire la giusta acidità anche a maturazione completa. 

Sebbene sia una zona montana, l’Alto Adige è molto soleggiato, in quanto le Alpi fanno da schermo alle nuvole e alle intemperie provenienti da nord; di giorno in estate fa caldo e l’uva matura perfettamente accumulando molti zuccheri che si trasformano in alcol durante la fermentazione; di notte fa freddo e questo favorisce lo sviluppo dei profumi e preserva l’acidità importante per produrre vini bianchi eleganti. 

Gestiscono l’azienda Ignaz ed Elisabeth Niedrist, marito e moglie; i loro 3 figli costituiscono la nuova generazione pronta a prendere in mano l’attività di famiglia. Hanno la fortuna di possedere vigne in zone vocate, alcune sono vigne storiche, che i Niedrist rispettano per l’alta qualità delle uve; come fertilizzante impiegano solo il letame delle loro vacche. Insomma, si tratta di una fattoria virtuosa da ogni punto di vista. 

Le vigne di Appiano sono le più alte ed hanno argilla e calcare dolomitico nel suolo; condizioni ideali per coltivare Pinot Bianco, Sauvignon Blanc, Riesling, Chardonnay, Pinot Grigio e Pinot Nero. Le vigne di Cornaiano arrivano fino a 500 metri ed hanno suoli rocciosi, formati da porfido, granito e gneiss e sono coltivate soprattutto con Pinot Nero, Schiava, Sauvignon Blanc, Merlot e Syrah.

Ignaz Niedrist crede così tanto nel potere del territorio, che i suoi vini sono quasi sempre espressione di un singolo vigneto. Ne abbiamo scelti 3 per voi fedelissimi di EURhorEKA: 3 bianchi di grande carattere, buoni oggi e per molti anni.

Alto Adige DOC Pinot bianco BERG 2019

È un Pinot bianco raffinato e profondo, proprio come i migliori esempi dell’Alto Adige, che si qualificano come eccellenze mondiali. Il Pinot bianco, pur avendo origini francesi, in Alto Adige ha trovato il suo habitat più vocato. Le uve provengono da un vigneto di Appiano su un pendio di roccia calcarea fra 500 e 600 metri di altitudine. È vinificato solo in acciaio per conservare tutta la fragranza del profumo e la elegante mineralità. Profuma soprattutto di mela e di fiori bianchi, è secco e fresco al palato, dotato di una sapidità che lo rende quasi dissetante. Perfetto con antipasti, primi piatti di verdura o di pesce.

Aldo Adige DOC Riesling BERG 2019

Non ce n’è molto di Riesling in Oltradige, lo si trova solo in vigne a quote elevate. Quello di Ignaz Niedrist è coltivato a 600 metri di quota in esposizioni fresche, soprattutto verso est e su un blocco di calcare dolomitico. È vinificato solo in acciaio, alla tedesca, ed ha tutta la verticalità e il potenziale evolutivo che ci si aspetta da un grande Riesling. Profumi di agrumi, pesca su uno sfondo di rosmarino sono evidenti in gioventù, ma evolve negli anni con un timbro minerale e un accenno di miele. Bocca tesa, dritta, fresca, potente. Grandi crostacei non vi temo!

Alto Adige DOC Sauvignon blanc PORPHYR & KALK 2019

Rappresenta tutta la complessità del Sauvignon blanc coltivato in Adige; questo vino è la sintesi di due territori: quello di Cornaiano più roccioso e quello di Appiano più argilloso e calcareo. Il vino ha profumi ben delineati e variegati di erbe aromatiche e frutta tropicale. Ha gusto intenso, corposo e persistente. Non gli manca la tipica freschezza del Sauvignon, che rende la beva appagante e vibrante, infatti il vino non svolge la fermentazione malolattica. Prima dell’imbottigliamento matura per 9 mesi parte in acciaio e parte in grande botte di legno. Si può abbinare al pesce oppure a torte salate, sformati, lasagne vegetariane.


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Cos’hanno di “clandestino” gli Champagne CLANDESTIN?

CHAMPAGNE CLANDESTIN

Cominciamo col dire che CLANDESTIN non è una vera e propria maison, bensì una marca di Champagne, creata da una coppia di amici entrambi enologi: Benoit Doussot, esperto nel lavorare Chardonnay e Pinot nero in Borgogna, e Bertrand Gautherot, produttore di Champagne e fondatore del domaine Vouette et Sorbeé nella Côte de Bar. 

Insieme hanno deciso di lanciarsi in una sfida: quella di produrre grandi Champagne da vigneti “clandestini”. Si tratta di parcelle in zone limitrofe della Côte de Bar, l’area più meridionale di tutta la Champagne che ha terreni calcarei del Kimmeridgiano. La caratteristica degli Champagne Clandestin è quindi il fatto di provenire da vigneti con esposizioni considerate difficili, come quella ad ovest o persino a nord per il Pinot nero e per lo Chardonnay. Non si tratta di un vezzo, di un mero capriccio, al contrario la decisione risponde a un’idea: in queste esposizioni la maturazione è sì più lenta e difficile, ma proprio la lentezza della maturazione permette di raccogliere uve dotate di maggior ricchezza organica. Da queste uve possono nascere vini dotati di grande complessità e profondità. In realtà questa è solo una delle caratteristiche distintive del brand Clandestin.

Un’altra caratteristica è quella di agire per non annullare anzi per mettere in evidenza le caratteristiche del territorio nel vino. L’approccio è biologico e biodinamico. Si raccolgono solo uve perfettamente sane e giunte allo stadio perfetto di maturazione. Nessun lievito selezionato per la fermentazione dei vini base, fermentazione in legno e nessun dosaggio aggiunto. Questa è in sintesi la filosofia produttiva dello Champagne Clandestin.

Gli Champagne Clandestin non sono per tutti, sono Champagne per amatori, per coloro che non si accontentano della cuvée brut di una grande maison, ma cercano sempre qualcosa di nuovo e soprattutto cercano uno spirito vitale, un’emozione che vada oltre il pizzicore delle bollicine sul palato. 

Della gamma di Champagne Clandestin abbiamo selezionato 3 etichette per i nostri affiliati ad EURhorEKA. Da notare i nomi evocativi delle etichette.

Clandestin – Champagne Brut Nature LES SEMBLABLES BOREAL – lt. 0,75

100% Pinot nero solo da vigne esposte a NORD.

Clandestin – Champagne Brut Nature LES SEMBLABLES AUSTRAL – lt. 0,75

100% Pinot nero solo da vigne esposte a SUD.

Clandestin – Champagne Brut Nature LES REVERS – lt. 0,75

100% Chardonnay solo da vigne esposte a NORD.


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Albariño: di moda nel mondo, ma raro in Italia.

Le sue doti sono: profumo, freschezza, eleganza. Cresce nel nord-ovest della Spagna, in Galizia, sulla costa atlantica; dà vini apparentemente semplici, che nascondono una personalità aristocratica. Qualcuno li paragona ai Riesling. Il clima della Galizia risente particolarmente dell’Oceano Atlantico, è fresco e umido; ciononostante grazie alla sua buccia spessa l’Albariño resiste e matura perfettamente. La sua zona d’elezione sono le Rìas Baixas, dei veri e propri fiordi. Rìas Baixas è anche il nome della denominazione di riferimento dell’Albariño. 

I vini bianchi secchi delle Rìas Baixas a base di Albariño sono fra i più gettonati della Spagna e stanno andando alla grande in tutto il mondo. Non in Italia, perché abbiamo così tanti vini prodotti con vitigni autoctoni e internazionali che non ci serve importarne altri. Eppure l’Albariño ha un gusto talmente affascinante e coinvolgente che abbiamo deciso di proporvene uno. Si tratta dell’Albariño de Fefinanes prodotto dalla cantina Bodegas del Palacio de Fefinanes.

Inutile dire che si tratta di un vino deciso, secco e teso per la vibrante acidità, incentrato sul frutto al palato ma più floreale al naso. La cantina si trova a Cambados, villaggio affacciato sull’Oceano. Il suolo dei vigneti è formato da disfacimento granitico come in Gallura, che insieme al clima determina un terroir unico e vocato per vini intensi e gustosi. La cantina ha una storia antica ed è specializzata nella vinificazione dell’Albariño. Il vino Albariño de Fefinanes proviene da viti centenarie su terrazzamenti costruiti con muretti a secco. È vinificato solo in acciaio per preservare la purezza varietale e valorizzare la sua deliziosa acidità.

Non sei curioso di provarlo?

Albariño de Fefinanes – 2021 – lt.0,75

Colore giallo paglierino, brillante e cristallino, con intensi aromi di mela verde, melone ed agrumi unitamente ad erbe aromatiche e camomilla. Lungo, sapido mostra una vivace acidità.


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FAY: rossi eleganti per tutte le stagioni

Come si fa a non amare i vini della Valtellina? Così sottili, così eleganti, così essenziali, eppure così gustosi e longevi come pochi altri al mondo. Grazie ai tannini delicati si bevono anche freschi d’estate (senza esagerare, 14-15°C è la temperatura ideale). Nascono in un ambiente suggestivo: una vallata alpina attraversata dall’Adda, al confine con la Svizzera. È una vallata orizzontale con un versante delle montagne rivolto a nord, ombreggiato e coperto di boschi; il versante esposto a sud è invece colpito dai raggi del sole dall’alba al tramonto ed è qui che si coltivano vigneti in terrazzamenti eroici, sostenuti da muretti a secco creati nel corso dei secoli. È come se fosse stato scolpito un versante delle Alpi Retiche per ricavare piccoli orticelli in cui piantare le viti, senza neanche uno strato di suolo fertile. Anzi per lo più le piante affondano le radici in 40-100 cm di sabbia e ghiaia e poi incontrano la roccia dura delle Alpi. Una situazione di difficoltà estrema, sia per l’uomo che ci lavora, sia per la pianta che ci sopravvive. Ma la bontà di quel nettare, che è il vino della Valtellina, ha spinto l’uomo a sfidare la natura ostile con caparbietà, pur di ottenere il risultato.

Per quanto lentamente, la quantità di ore di sole permette al Nebbiolo di arrivare a maturazione, perché è il Nebbiolo il grande protagonista dei vini della Valtellina, qui chiamato Chiavennasca. L’assenza di calcare e argilla, le temperature fresche dovute all’ambiente alpino, l’altitudine e le escursioni termiche pronunciate restituiscono vini rossi unici, dalla personalità raffinata. 

Sandro Fay ha fondato la cantina che porta il proprio nome sfruttando la tradizione di famiglia. La consuetudine familiare di fare vino con Sandro diventa un’impresa nel 1973, quando inizia la commercializzazione dei vini. Oggi i figli di Sandro sono al timone dell’azienda.  

La cantina Fay conta su 15 ettari vitati, che in Valtellina sono un bel patrimonio. Per avere 15 ettari è necessario mettere insieme tantissimi appezzamenti separati. Pochi sono i vigneti con un’estensione ragguardevole come si trova in Toscana. La famiglia Fay ha fondato la propria attività sullo studio del territorio per valorizzarlo al meglio. È un merito questo che la rende un faro per la viticoltura della regione. La cantina si trova nella sottozona della Valgella, quella più orientale e più fresca. Fay ha capito quanto alcune variabili facciano la differenza in Valtellina: la quantità di suolo a disposizione delle radici prima di incontrare la roccia; l’altitudine del vigneto e la sua pendenza. Ha così individuato fra le proprie vigne dei veri e propri Cru come Carterìa e Ca’ Morèi

Lo stile distintivo dei vini di Fay è la precisione, l’esaltazione delle peculiarità del territorio e l’unicità delle annate, con un approccio artigianale, poco interventista, ma mai naïf: niente è lasciato al caso. Tutto questo fa della cantina Fay un produttore molto affidabile e lo stesso vale per i suoi vini.

I VINI DI FAY SU EURhorEKA

Rosso di Valtellina Tei 2019 – lt.0,75

È il vino giovane, di pronta beva, prodotto con le uve delle vigne più basse e con un affinamento breve solo in acciaio. Si chiama Tèi perché i vigneti da cui proviene sono tutti nel comune di Teglio (Tèi in dialetto). È un Nebbiolo in purezza ed è il vino perfetto da accompagnare alla Bresaola della Valtellina, ma anche ai salumi toscani. Sta bene con primi piatti semplici, con carni bianche e pesci al forno. Lo si può tranquillamente sbicchierare durante un buffet, in un wine bar, all’aperitivo accompagnato con pochi stuzzichini. È un vino beverino nel senso più positivo del termine, col gusto del Nebbiolo.

Valtellina Superiore Valgella Costa Bassa 2018 – lt.0,75

Il vino Costa Bassa prende nome da un vigneto che dal fondo valle raggiunge 450 metri. Il Nebbiolo risente dell’umidità del fiume Adda e di conseguenza sviluppa una buccia più sottile. Per questo il vino ha un corpo delicato, un’acidità moderata e tannini morbidi.Il suo pregio è la facilità di approccio, pur avendo la complessità di un Valtellina Superiore con affinamento in botti grandi di un anno. Provatelo con primi piatti al ragù.

Valtellina Superiore Valgella Ca’ Morei 2018 – lt.0,75

Ca’ Morei è un cru, un vigneto di 2,5 ettari nella sottozona della Valgella a 550 m s.l.m., nel comune di Teglio. È uno dei vigneti più estesi e agevoli della proprietà; qui Fay ha potuto coltivare i filari a guyot, rendendo più efficiente la gestione agronomica e più facile la vendemmia. Il vino affina per un anno in botti di rovere di varie dimensioni e per 15 mesi in bottiglie prima di esser messo in commercio. È un Nebbiolo con profumi di frutti di bosco, rotondo dalla trama quasi vellutata, ma elegante, con ottimo allungo e adeguata freschezza. A tavola accompagna carni arrosto.       

Due annate disponibili: 2018 e 2016

Valtellina Superiore Valgella Riserva Carteria 2016 – lt.0,75

«Che splendida alchimia per questa Riserva Carteria ’16. La sintesi armoniosa delle tre “f”: frutto, freschezza e finezza. Con note floreali e pepate, bocca ricca, finale lungo e polposo.» Così è descritto dal Gambero Rosso che gli ha attribuito i 3 bicchieri. Carterìa è una vigna vecchia a oltre 550 metri nel comune di Teglio ed è da qui che Fay produce la propria Riserva. Il vino matura per un anno in botti grandi e piccole e sosta in bottiglia per un anno e mezzo prima di esser messo in commercio. È un vino di grande appeal, capace di evolvere nel tempo, complesso, persistente con tannini fitti ma eleganti e una squisita mineralità che accompagne il frutto. Perfetto per carni in umido, selvaggina, oppure formaggi a pasta dura molto stagionati. 

Due annate disponibili: 2016 e 2017

Sotcastel 2019 Alpe Retiche IGT – lt.0,75

È un bianco prodotto con Chardonnay coltivato oltre 800 metri nel comune di Teglio. Un vino estremo, originale ma comunque “ben interpretato, con note floreali e di pesca bianca, la bocca è vibrante.” – parole del Gambero Rosso. È un vero bianco alpino, uno Chardonnay fresco e minerale come uno Chablis, vinificato in acciaio, solo una parte del vino matura per alcuni mesi in rovere.