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Verdeca. Il bianco pugliese da scoprire.

Per molto tempo l’uva Verdeca veniva vinificata insieme al Bianco d’Alessano, altra uva pugliese. Era l’uvaggio tipico del vino DOC Locorotondo. Oggi in realtà è sempre più frequente trovare la Verdeca vinificata in purezza. E per fortuna! Infatti i vini fatti con la Verdeca hanno un’ottima acidità, che li rende freschi e vivaci ed hanno anche una parte aromatica interessante, con profumi di frutta bianca e fiori, sottolineati da leggere sensazioni erbacee. 

La Verdeca è tipicamente pugliese, è autoctona della regione e diffusa soprattutto nelle province di Bari e Taranto. Per fare il vino bianco Bolina, la cantina Rosa del Golfo utilizza uve di Verdeca provenienti da vigneti nel comune di Martina Franca in provincia di Taranto. 

Rosa del Golfo è una cantina leader del Salento, famosa per il suo rosato, ma vanta un ampio portafoglio di etichette, nel quale non manca una Verdeca; il vino si chiama: Bolina.

Il vino bianco Bolina è fatto con Verdeca supportata da un 10% di Chardonnay. È vinificato solo in acciaio a temperatura controllata ed è messo in commercio solo dopo 6 mesi di riposo. Vuole essere un vino bianco fresco, leggero e vivace, da bersi con disinvoltura per accompagnare antipasti di frutti di mare, primi piatti leggeri e pesci delicati.

ROSA DEL GOLFO – BOLINA, SALENTO BIANCO IGT 2020

È un bianco originale, tipico, territoriale a tutti gli effetti, eppure ha un gusto moderno, e si beve con grande facilità. La leggerezza e facilità di beva sono i punti a suo favore, non lo rendono banale anzi è un vino di grande personalità, grazie alla sua croccante freschezza e fragranza di profumi. 

Sii originale, bevi Verdeca!


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EXULTET. Un capolavoro di vino bianco dal prof. Moio

Il vino si chiama EXULTET. È un Fiano di Avellino DOCG. È prodotto dalla cantina Quintodecimo del professor Luigi Moio. 

Luigi Moio è un enologo, è il presidente della OIV, “Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino”; ha la cattedra di enologia all’Università Federico II di Napoli ed è membro dell’Accademia dei Georgofili. Luigi Moio è un accademico e un ricercatore, ha studiato in Italia e all’estero, molto a Beaune. È conosciuto al pubblico degli wine lovers per il suo libro “Il respiro del vino” in cui affronta il tema del profumo dei vini in maniera scientifica.

Luigi Moio è anche un produttore, la sua famiglia lo è storicamente in Campania; con la moglie ha fondato la cantina Quintodecimo in Irpinia. La sede della cantina si trova nel comune di Mirabella Eclano, uno dei comuni interamente inseriti nella DOCG Taurasi. Ha comunque vigneti in varie zone vocate dell’Irpinia da cui crea etichette pregiate con vitigni autoctoni. Inutile dire che i vini firmati Luigi Moio siano ineccepibili dal punto di vista dell’esecuzione.

EXULTET è un Fiano di Avellino DOCG. Il Fiano è uno dei principali vitigni dell’Italia meridionale, antichissimo e capace di dare vini bianchi longevi come i rossi. L’Irpinia è uno dei territori più interessanti di tutta l’Italia. Ha il sole del sud, il calcare e l’argilla degli Appennini e infiltrazioni vulcaniche dovute all’attività preistorica del Vesuvio. Il paesaggio irpino è montano e le vigne si trovano in alta collina, godendo così di escursioni termiche importanti. I bianchi irpini hanno un carattere di freschezza e verticalità al pari dei grandi bianchi alpini.

Le uve di fiano che danno vita a EXULTET provengono dal comune di Lapio a 600 metri sul livello del mare. Le rese sono basse: poco più di 1 kg d’uva a pianta. Vuol dire che da una vite si ottiene una sola bottiglia di vino. La vendemmia avviene fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre (perché qui fa freddo e la maturazione è lenta). Solo il mosto fiore viene estratto da una pressione dei grappoli interi, viene illimpidito e fatto fermentare in acciaio e per il 30% in barrique. Per 8 mesi il vino resta a contatto con i propri lieviti nei rispettivi recipienti di fermentazione.

QUINTODECIMO – FIANO DI AVELLINO DOCG EXULTET 2021

È un vino eccezionale, perfetto. Luminoso e intenso al naso, ha profumi nitidi e ricchi, dai fiori alla frutta, agrumi, frutta tropicale, frutta secca, canditi, ma anche cenni speziati e minerali. Il gusto è potente eppure fresco e vibrante. Vanta un’acidità fruttata e non tagliente e una sapidità preziosa. È ricco ma non pesante, anzi ha una beva strepitosa. Finale lunghissimo. Da annoverare senz’altro fra i più grandi bianchi italiani. Non è un caso che viene costantemente premiato dalle principali guide ai vini d’Italia.

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Non chiamarlo Champagne, bevilo come uno Champagne.

È il Mattaglio di Cantina della Volta, è riduttivo considerarlo un mero spumante metodo classico. Per capire il titolo provocatorio occorre riavvolgere il nastro e presentare Cantina della volta.

Cantina della Volta nasce nel 2010 per volontà di Christian Bellei con l’obiettivo preciso di unire la passione per lo Champagne e la tradizione familiare di produzione di Lambrusco di Sorbara. La mission di Cantina della Volta è fare Lambrusco esclusivamente in versione Metodo Classico. Ma non solo! L’ispirazione da ogni punto di vista sono le bollicine di Reims! 

Il padre di Christian, Giuseppe, ha sempre avuto la passione per i grandi Champagne, al punto da volerli rifare nella propria regione: l’Emilia. Ma non ha improvvisato. Tutt’altro. Giuseppe (come poi farà Christian) ha viaggiato molto a Epernay per conoscere tutto della produzione dello Champagne e ha cercato nel primo Appennino modenese un punto in alto, a 650 metri sul livello del mare, dove il clima è sufficientemente fresco, per coltivare le stesse uve dello Champagne: Pinot nero e Chardonnay. E si tratta di barbatelle prese proprio dalla regione della Champagne.           

La linea Il Mattaglio, disponibile in più versioni, consiste nella realizzazione dell’idea di Giuseppe Bellei: spumanti fatti in Emilia proprio come fossero degli Champagne. L’altitudine sopperisce alla differenza di latitudine, ma permette comunque di avere nelle uve un alto tenore di acidità. La vendemmia è manuale in piccole cassette; la pressatura è delicata a grappolo intero; i vini base sono fermentati e conservati in acciaio; gli affinamenti sui lieviti sono lunghi.

IL MATTAGLIO BRUT 

È una cuvée basata sull’eleganza dello Chardonnay (80%) con un contributo in struttura del Pinot nero (20%). Uve vendemmiate a settembre. Vini base conservati in acciaio fino al tiraggio. Maturazione sui lieviti di oltre 2 anni.  Ha profumi complessi e maturi, fruttati e floreali soprattutto, con uno sfondo di ricordi di lievitazione (la panetteria). Gusto intenso, fresco, tonico, bollicine cremose, bilanciato da un’ottima sapidità, dalla persistenza decisa.

A cosa si abbina? Alla vostra sete prima di tutto. Secondo noi muore con piatti a base di uova: frittate, crêpe salate, soufflé, sformati. 


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Vermentino. Vino estivo?

La domanda di Vermentino è in forte crescita e comincia ad esser coltivato anche lontano dai suoi luoghi d’elezione. Nei ristoranti lungo il litorale servire Vermentino è d’obbligo, non che sia un vino stagionale, ma sta di fatto che d’estate il Vermentino spopola ovunque. Vi siete mai chiesti perché?

Il gusto del Vermentino

Si beve con grande facilità. È spensierato, ma non per questo banale, non fraintendete. Anzi a volte può essere assolutamente profondo. Il Vermentino è profumato, dà vini equilibrati, dal giusto corpo e proporzionata freschezza. Può essere floreale, erbaceo, fruttato, non è mai uguale a sé stesso. Talvolta assume un carattere minerale delizioso e non ha neanche paura del tempo. Anzi, con un anno o due in più sulle spalle, un vino bianco da Vermentino diventa anche più interessante. Non solo si beve con facilità, ma – cosa ancora più importante – il Vermentino è gastronomico.

Vuoi mettere il matrimonio d’amore che intesse con qualunque piatto di pesce? Provatelo con antipasti di mare freddi o caldi, con spaghetti allo scoglio, pesce al forno o anche fritto. Sta bene anche con piatti vegetariani come un’insalata di farro, di riso, con gli sformati, la pasta al pesto o all’ortolana.

La geografia del Vermentino

Sembra che alle piante di Vermentino piaccia il mare, perché la diffusione del Vermentino corre lungo la costa dell’alto Mediterraneo. Si trova con il nome di Rolle nella Francia mediterranea, si trova in tutta la Liguria da ponente a levante, nelle province costiere della Toscana (Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto) e si trova nelle isole dell’alto Mediterraneo: Sardegna e Corsica.

In ogni ambiente si fa interprete delle condizioni climatiche e territoriali che incontra e restituisce vini con fisionomia diversa. I Vermentino della Liguria hanno spesso corpo snello e profumo caratteristico di erbe aromatiche. In Toscana i vini si fanno più fruttati ed equilibrati. In Sardegna sono strutturati, caldi e minerali. 

Il Vermentino su EURhorEKA

LE NOVELIRE – BOLGHERI VERMENTINO DOC RE MENTINO 2020

Nel 1963 Bruno Micheletti comprò il podere per 9 milioni di lire e da qui il nome dell’azienda “Novelire”. Oggi la cantina Novelire produce vini di Bolgheri con Cabernet, Merlot ecc.. Ha tuttavia mantenuto anche i vitigni tradizionali toscani come Sangiovese, Aleatico e Vermentino. Il Vermentino è vinificato in purezza in tini di acciaio e non vede legno. Il Bolgheri Vermentino Re Mentino è fresco e sapido, profuma di camomilla e di susina gialla.  Due annate disponibili: la 2019 e la 2020.

GIORGIO MELETTI CAVALLARI – BOLGHERI BIANCO DOC BORGERI 2021

Giorgio Meletti Cavallari è un “figlio d’arte”. Suo padre, Piermario, aveva fondato l’azienda Grattamacco, poi venduta alla famiglia Tipa. Giorgio è quindi ripartito da zero con una nuova realtà e nuovi vigneti ma con l’esperienza del padre sulle spalle. Il suo vino Borgeri è un Bolgheri Bianco prodotto con Vermetnino e Viognier in parti uguali. È un bianco complesso che ha i porfumi floreali e fragranti del vermentino e quelli fruttati maturi del Viognier; ha corpo pieno, gusto avvolgente, saporito e sapido. Più da pasto che da aperitivo.

Disponibile su EURhorEKA in due annate: la 2019 e la 2021.

CA’ MARCANDA (ANGELO GAJA) – VISTAMARE TOSCANA IGT 2020

L’uomo del vino italiano per eccellenza, Angelo Gaja, è arrivato a Bolgheri e ha creato Ca’ Marcanda. Il suo Vistamare è un bianco affascinante nel quale il Vermentino è assemblato anche con Viognier e Fiano. Vistamare è un bianco ricco sia al naso che al palato. Unisce freschezza e mineralità gustativa, profumi floreali, fruttati e speziati. Come tutti i vini di Gaja è impeccabile.

TENUTA LE COLONNE – VERMENTINO COSTA TOSCANA IGT 2019

Tenuta Le Colonne è un’altra azienda di Bolgheri, con sede lungo l’Aurelia alle spalle delle Torre di Donoratico. Le vigne di Tenuta Le Colonne sono fra le più vicine al mare di tutta la DOC Bolgheri e risentono dell’influenza della brezza marina. Il vino è particolarmente vivace, con profumo di agrumi e gusto vibrante per freschezza e sapidità. 

LE SODE DI SANT’ANTENGELO – SUGGESTIONE VERMENTINO COSTA TOSCANA IGT 2019

Il podere si trova a 20 km dal golfo di Follonica, nell’interno in cima a una collina circondato dal bosco. Il vino Suggestione è prodotto con uve di Vermentino raccolte presto e vinificate solo in acciaio per preservare tutta la freschezza. Affina alcuni mesi a contatto con i lieviti prima di essere imbottigliato e questo gli dona pienezza a centro bocca. È un Vermentino sottile e gioviale, quasi da aperitivo.

LE SODE DI SANT’ANGELO – MAREMMA TOSCANA DOC VERMENTINO LE GESSAIE 2018

Non è un Vermentino in purezza, bensì è arricchito dal 10% di Viognier ed è un vino dal corpo deciso. Il nome Le Gessaie fa riferimento al terreno ricco di gesso e minerali da cui provengono le uve. Le vigne non sono lontane dalle Colline Metallifere della Toscana. È vinificato solo in acciaio con una lunga sosta sui lieviti. È un bianco strutturato e minerale, dal profilo mediterraneo. Ottimo ai pasti, soprattutto con secondi di pesce.

CAPICHERA – VERMENTINO DI SARDEGNA DOC LINTORI 2020

Capichera è leader della Sardegna e protagonista del successo del Vermentino di Gallura. Lintóri (con l’accento acuto sulla o) è il vermentino fresco e sottile prodotto dalle piante più giovani. È vinificato in acciaio dopo una vendemmia a giusta maturazione per mantenere vivacità del gusto. Pensatelo come l’entry-level nel mondo di Capichera.

CAPICHERA – VERMENTINO DI GALLURA DOCG VIGN’ANGENA 2020

È stato uno dei primi vini prodotti da Capichera, inizialmente con uve da vigneti in affitto. Oggi invece è prodotto da una selezione di uve di proprietà. È vinificato in acciaio; ha profumi mediterranei ed un gusto sostenuto da ottima sapidità con chiusura persistente.

CAPICHERA – ISOLA DEI NURAGHI IGT CAPICHERA 2019

È il vino iconico dell’azienda, di cui porta il nome stesso. Chi non lo conosce? È potente e complesso. esprime tutta la forza del territorio della Gallura. Il sole, il vento, il granito sono gli elementi che fanno grande questo vino, perfetta sintesi di potenza, classe e capacità evolutiva. Niente a che fare con l’idea del vermentino beverino e giovanile. Dopo la vinificazione il vino matura per lo più in acciaio, con una piccola parte che sosta in botte grande. Profuma di fiori, erbe aromatiche, frutta e ha inclinazioni minerali. Gusto ricco e scattante, lunghissimo. Un must!


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Irresistibile Grüner Veltliner. Mai sottovalutare il vino degli altri.

Un po’ si trova anche in Alto Adige, in Valle Isarco, ma questa è un’altra storia! Il Grüner Veltliner è un vitigno austriaco, anzi è il vitigno austriaco per eccellenza e dà il meglio di sé nelle vigne lungo il Danubio a ovest di Vienna. Il Danubio crea condizioni climatiche favorevoli, grazie alla luminosità indotta dal riflesso del sole sulla superficie del fiume, qui largo oltre 100 metri; grazie anche alle correnti d’aria che determinano escursioni termiche giornaliere significative; grazie infine e soprattutto a terreni antichissimi formati di roccia dura ricca di minerali.

Le denominazioni principali per il Grüner Veltliner sono WACHAU, KREMSTAL e KAMPTAL. Le caratteristiche del vitigno – di cui gli Austriaci sono maestri nella vinificazione – sono la freschezza fruttata combinata a una squisita mineralità, un corpo mai eccessivo e la precisione dei profumi di fiori, agrumi ed erbe aromatiche, talvolta anche leggermente speziati. I vini da Grüner Veltliner sono vinificati solo in acciaio, non vedono legno. Sono moderni, versatili, longevi. Ma quello che conta di più è la loro bevibilità estrema, sono perfetti per aperitivi o ai pasti, per accompagnare antipasti, primi di verdure o di pesce, piatti freddi e tutto il pescato: dai crostacei al pesce di lago, dalle ostriche al salmone. 

Non fare il provinciale, prova il Grüner Veltliner austriaco. Su EURhorEKA te ne proponiamo tre.

SALOMON-UNDHOF – KREMSTAL GRÜNER VELTLINER HOCHTERRASSEN 2019

Dal produttore leader di Kremstal, ha profumi di agrumi, pepe bianco e frutta fresca. Snello al palato ma intenso nel gusto, soprattutto rinfrescante e persistente.

DOMÄNE WACHAU – WACHAU GRÜNER VELTLINER FEDERSPIED TERRASSEN 2020     

“Federspiel” è la catergoria dei vini da vendemmia regolare, tendenzialmente freschi e mediamente strutturati, con alcol inferiore ai 13%. Terrassen è una menzione geografica ben precisa della denominazione Wachau (sono vigne terrazzate su un pendio scosceso affacciato sul Danubio) e il produttore è il più grande e affidabile della regione. È un vino complesso, fruttato, gustoso, equilibrato e vibrante.

DOMÄNE WACHAU – WACHAU GRÜNER VELTLINER SMARAGD ACHLEITEN 2016

“Smaragd” è la categoria dei vini ottenuti dalle uve più mature, quasi una vendemmia leggermente tardiva, per ottenere vini dalla struttura notevole, alcol di almeno 13% e gusto molto intenso destinato a una lunga evoluzione. “Achleiten” è il vigneto più rinomato e vocato di tutto il Wachau. È il Montrachet dell’Austria. Questo vino ha gusto pieno, intenso e spiccatamente minerale, con note di frutta matura, anche esotica e grande persistenza. 


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Blanc de Noirs; sì ma fermo! Si può?

Il colore del vino non dipende dal colore dell’uva. Lo sanno bene gli amanti di Champagne, bollicine bianche ottenute per lo più da uve nere. In Champagne si chiamano Blanc de Noirs, quelli ottenuti da solo uve nere vinificate in bianco, cioè senza nessun contatto con le bucce.

Uve nere e uve bianche differiscono per la buccia, ma la polpa e il suo succo è dello stesso colore. Ecco che da uve nere si possono fare anche vini bianchi. Mastroberardino ha usato il nome NEROAMETÀ per un vino bianco fatto solo da uve nere, cioè dall’uva nera più importante della Campania: l’Aglianico.

Sarà curioso?

Le uve sono coltivate in uno dei comuni più vocati dell’Irpinia: Mirabella Eclano, in una zona montana, a oltre 400 metri di altitudine. L’Irpinia, benché collocata nel mezzogiorno, è una zona montana per altitudine, per morfologia del territorio, clima e cultura. I bianchi irpini infatti sono fra i più buoni d’Italia: i Greco di Tufo, i Fiano di Avellino, la Falanghina. Accanto a questi possiamo aggiungere l’Aglianico vinificato in bianco!

MASTROBERARDINO – NEROAMETÀ CAMPANIA IGT 2018

È vinificato solo in acciaio con una maturazione a contatto con i lieviti per 10 mesi e non viene venduto prima di un anno e mezzo dall’imbottigliamento. La 2018 è l’annata corrente. È un vino bianco strutturato e complesso, dal carattere evoluto e dal gusto corposo. È fresco, minerale ed intenso, destinato ad accompagnare piatti di pesce, torte salate, formaggi freschi. Provatelo anche con pollo fritto! 


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Il Brunello “al femminile” di Patrizia Cencioni

Tre donne sono alla guida della cantina: Patrizia e le figlie Annalisa e Arianna. Fino all’anno scorso il nome era “Solaria di Patrizia Cencioni” con tanto di cartello e logo ben visibile sulla strada. Ma le figlie hanno deciso di accorciare il nome e chiamare l’azienda con solo il nome della madre. Quindi le nuove etichette usciranno con solo “Patrizia Cencioni” ed anche un nuovo look.

I vini di Patrizia Cencioni si sono perfezionati anno dopo anno fino a raggiungere livelli qualitativi altissimi. Il segreto sta nella grande cura dei vigneti per raccogliere uva perfetta, al giusto livello di maturazione, e una lavorazione attenta e scrupolosa in cantina senza la fretta di accorciare i tempi necessari alla produzione di grandi vini. Le mani femminili hanno delle attenzioni naturali nei confronti del dettaglio e questo si avverte nei vini di Patrizia Cencioni.

I vigneti sono ben posizionati sul versante est ad altitudine elevata sulla strada che da Montalcino conduce a Torrenieri. Oggi sappiamo quanto l’altitudine conti nella zona di Montalcino, più del versante o di altre variabili. Le vigne godono tra l’altro di una luminosità favolosa e di una vista meravigliosa sulla Val d’Orcia.

Di Patrizia Cencioni abbiamo scelto per i nostri fedelissimi membri di EURhorEKA le due etichette più classiche: Rosso e Brunello di Montalcino.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG PATRIZIA CENCIONI 2016

Annata top! Parola d’ordine: equilibrio. È andato a ruba e ne son rimaste poche bottiglie. È un sangiovese di grande finezza ed eleganza, godibile da subito. Matura in botti di rovere di diverse dimensioni (non barrique) per 3 anni. 

ROSSO DI MONTALCINO DOC PATRIZIA CENCIONI 2019

Il gusto più immediato, versatile e accessibile di Montalcino. Non una seconda scelta, ma una scelta furba! Il Rosso di Montalcino è lo stesso Sangiovese del Brunello, dalle stesse vigne, ma sottoposto ad un invecchiamento inferiore (un anno in botti grandi). Meno complesso e profondo del Brunello, ma ugualmente gustoso e adatto a molteplici occasioni.


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Lo stile “puro” degli Champagne Gosset

Poche maison possono vantare il titolo di “la più antica maison della Champagne”. Il capostipite, Pierre Gosset, produceva vini, ovviamente fermi, già nel XVI secolo, dalle proprie vigne di Aÿ. Ad Aÿ, città di cui era assessore, fondò la cantina nel 1584. I vini rossi prodotti all’epoca erano tanto amati quanto quelli di Beaune. Con la scoperta delle bollicine, alla maison Gosset non servì molto per buttarsi a capofitto nella produzione di Champagne come noi lo conosciamo.

Per 13 generazioni la maison è stata portata avanti dalla famiglia. Oggi la sede si è trasferita ad Épernay, i vigneti si estendono in varie zone della Champagne compresi molti comuni Grand Cru e Premier Cru. 

Lo stile Gosset

La ricerca di purezza e freschezza è alla base delle scelte operative a partire da quella di pressare le uve direttamente sul posto di raccolta. Le fermentazioni si svolgono solo in acciaio e anche i vin de réserve sono conservati in acciaio. Gli Champagne Gosset non svolgono mai la fermentazione malolattica per scelta. Il livello dei vin de réserve nella cuvée è sempre molto basso.

Lo stile sposato dalla maison è quello di Champagne verticali, basati sulla freschezza degli aromi e dell’acidità vibrante. Le bottiglie degli Champagne Gosset sono facilmente riconoscibili per la forma allungata e l’etichetta sul collo. Ricevono normalmente recensioni positive e punteggi alti dalle guide francesi e dai principali critici internazionali.

A noi gli Champagne Gosset piacciono assai, per questo li abbiamo inseriti nella CartaVini.

Eccoli:

Champagne Extra Brut

A base di uve nere (Pinot noir 40%, Meunier 32%, Chardonnay 28%) sosta sui lieviti per ben 4 anni ed è dosato con meno di 5 g/l. Gusto sottile e rinfrescante, da aperitivo e non solo. LO VOGLIO

Champagne Brut Grand Rosé

Un assemblaggio in rosa con prevalenza di Chardonnay (Chardonnay 58%, Pinot noir 35% e 7% di vino rosso) per un gusto versatile, da aperitivo e da pasto. Almeno 3 anni sui lieviti e dosaggio a livello di Brut con 8 g/l per favorire l’equilibrio fra freschezza e struttura. LO VOGLIO

Champagne Brut Grand Millésime 2012

Millesimo eccellente in Champagne. Gosset lo ha interpretato con un’alta percentuale di uve bianche nella cuvée (Chardonnay 67%, Pinot Noir 33%). Lo Chardonnay proviene per lo più dalla Côte de Blancs, e da dove sennò? Dopo 5 anni di sosta sui lieviti, restituisce profumi minerali, fruttati fino all’immancabile pasticceria. Gusto sottile e fresco, complesso ed elegante. LO VOGLIO

Champagne Extra Brut Celebris Vintage 2007

È la cuvée de prestige di Gosset a base Chardonnay e Pinot Noir con una maturazione sui lieviti di oltre 10 anni e dosaggio bassissimo (3 g/l) per mantenere la purezza del gusto. Evoluto al naso e generoso al palato con tutta la freschezza possibile. È lo Champagne delle feste, secondo la Guida Hachette. È una bomba secondo la guida “Grandi Champagne 2022-2023”. CERTO CHE LO VOGLIO

Champagne Extra Brut Rosé Célébris 2007

Rosé d’assemblaggio millesimato a base Chardonnay (Chardonnay 68%, Pinot noir 25%, vini rossi 7%). Resta 10 anni sui lieviti e ha un basso dosaggio. Complesso ed evoluto senza mai cedere su note ossidative. Uno Champagne goloso per veri gourmet! LO VOGLIO


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Milledì. Le bollicine nella bottiglia quadrata.

Frutto del miracolo Franciacorta degli anni ‘90, Ferghettina coltiva i vigneti in regime biologico e produce spumanti metodo classico di grande precisione e pulizia.

Milledì, mille giorni sui lieviti, è un blanc de blancs millesimato, un Franciacorta da solo Chardonnay, che sosta sui lieviti per mille giorni (almeno così era nella sua prima edizione). Anche se negli anni il periodo di affinamento è aumentato (fino a 4 anni), il nome è rimasto questo. È un Franciacorta elegantissimo, sottile, lineare, floreale, dotato di preziosa freschezza e intrigante mineralità.

E la bottiglia è unica: a base quadrata! È una bottiglia riconoscibile e indimenticabile. Da conservare e utilizzare per farne un abat-jour o anche come porta candele.

Il Franciacorta Brut Milledì è il “Belle Époque” della Franciacorta. È etichettato come Brut ma ha un dosaggio da Extra Brut: solo 4 grammi/litro. Il Milledì di Ferghettina è un aperitivo di alta classe, ma anche un ottimo compagno di frutti di mare, caviale, ostriche, risotti, primi piatti vegetariani.

Sono disponibili su EURhorEKA due annate superlative:

Anche il Brut di Ferghettina è un Franciacorta interessante: prodotto prevalentemente da Chardonnay con un piccolo contributo di Pinot nero, grazie al quale guadagna in equilibrio e complessità. Affina per ben 3 anni sui lieviti: il doppio rispetto al minimo richiesto dalla DOCG. Insomma è un Metodo Classico fatto sul serio, anche nella versione base. Da aperitivo senz’altro, ma perché no so una pizza? Se è pizza gourmet poi è d’obbligo!

Lo trovate su EURhorEKA in due formati:

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Vino rosa. Se non ora, quando?

Dopo il successo del Whispering Angel di Château d’Esclans, condotto dal 2006 dal geniale Sacha Lichine, i rosati non sono più gli stessi. Il mondo si è accorto di un terzo colore dei vini: il rosa. Il modello del rosé imposto da Whispering Angel è quello di un vino color rosa tenue, dai profumi floreali ed eleganti, dal gusto leggero ma tagliente. Il suo successo è dovuto alla facilità di beva, al potere gastronomico, alla sottile eleganza. Sembra un vino fatto in sottrazione, invece è un vino fatto con maestria. Whispering Angel è diventato il modello dei rosati provenzali, sottili, aerei, quasi spirituali. 

Oggi, se non ti fai uno scatto al tramonto con in mano un calice di vino rosa, non sei nessuno.

Il successo commerciale del rosé è iniziato negli USA ed è arrivato anche in Italia. I nostri rosati oggi non sono più scuri come in passato. Le mode sono mode. E per fortuna, in questo caso! Infatti, la moda dei rosati provenzali ha spinto produttori vecchi e nuovi a reinventare il vino rosé. Nonostante che da noi il consumo di rosé sia ancora limitato nella quantità e nelle stagioni, la qualità dei vini rosati è aumentata tantissimo. In Francia addirittura il consumo di vini rosé è superiore a quello dei bianchi. A New York esiste un locale che serve solo vini rosati. 

Il messaggio è forte e chiaro: fatti sotto con i rosé. Il momento è adesso, non perdere altro tempo! 

Oltre al mitico Whispering Angel su EURhorEKA trovi altri rosé provenzali di successo, da provare almeno una volta nella vita. L’abbinamento più azzeccato per i rosati provenzali sono i frutti di mare, in tutte le forme. Ma potete sbizzarrirvi anche con torte salate, verdure ripiene, primi vegetariani, piatti freddi.

Domaine de l’Ile Côtes de Provence Porquerolles 2020

Tipico uvaggio del Midì (Grenache noir, Syrah, Mourvèdre, Cinsault, Tibouren), un vino isolano, visto che le uve provengono dall’isole di Porquerolles in Provenza. 

Miraval Côtes de Provence 2019 

Blend di uve rosse e bianche: Cinsault, Grenache, Syrah, Rolle

Caves d’Esclans Whispering Angel Côtes de Provence 2019

Il mito, prodotto con Grenache, Rolle, Cinsault

I vini rosa meritano la stessa dignità di bianchi e rossi; basta discriminazioni!

E i rosati italiani?

Dall’Italia abbiamo alcuni rosé del Salento, una delle zone della penisola con una tradizione consolidata per la produzione in rosa; ma abbiamo anche un paio di referenze toscane da non sottovalutare. Questi rosati sono versatili, perfetti con aperitivi e stuzzichini, pranzi vegetariani, cene di pesce, carni bianche, zuppe, risotti, ma anche da portare in spiaggia nella borsa frigo, da gustare con qualche tarallo e bocconcino di formaggio.

Morella Salento Mezzarosa 2019

Uvaggio delle tipiche uve salentine, Negroamaro, Primitivo. Parola chiave: equilibrio e bevibilità.

Rosa del Golfo Salento Rosato 2020

Il Rosé salentino reinventato: tenue nel colore, vibrante nel gusto grazie all’ottima spinta fresco sapida; a base di Negroamaro (con un 10% di Malvasia Nera).

Rosa del Golfo Salento Rosato Vigna Mazzì 2018

Il rosé preso sul serio. Un vero e proprio cru, da piante vecchie coltivate ad alberello sulle terre rosse di Alezio (entroterra di Gallipoli). Affinato in legno. Un rosé di sostanza con Negroamaro (90%) e Malvasia Nera. Il suo punto forte: la sapidità.

Rosa del Golfo Metodo Classico BRUT ROSÉ

Nella rivisitazione dei rosati della tradizione pugliese, non poteva mancare anche la sfida delle bollicine. E che bollicine! Il Brut Rosé di Rosa del Golfo ha tutto quello che serve per qualificarsi come una bollicina di classe: assemblaggio di Chardonnay e Negroamaro, 30 mesi di sosta sui lieviti, dosaggio medio-basso. Gusto ricco e persistente. Da aperitivo e da pasto.

Le Noveliere Costa Toscana RE ALE 2019 

Una nuova realtà di Bolgheri che non ha rinunciato ad un legame con la tradizione. Ecco che con le uve di Aleatico presenti in azienda, si produce questo rosé gustoso, raffinato ed originalissimo. Un autoctono a Bolgheri, pare quasi dissacrante!

Castello di Ama Toscana Rosato Purple Rose 2020

Il classico dei classici, il grande Castello di Ama nel cuore del territorio del Gallo Nero produce un rosé col Sangiovese (96%) a cui affianca giusto un pizzico di Merlot (4%) per dargli pienezza a centro bocca.

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