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I luoghi del sangiovese

Dalla Romagna all’Umbria, passando per Chianti, Valdisieve, Maremma e Val d’Orcia. A cena il 14 novembre.

Non è solo toscano, anzi da un punto di vista non è toscano affatto, anche se la Toscana sforna ogni anno una quantità di eccellenze da sangiovese come nessun’altra regione al mondo.

Ormai è certo – lo dicono gli studiosi – che il sangiovese sia nato da un’incrocio spontaneo nell’Italia meridionale e da lì si sia diffuso nel resto della penisola. Sono poche – pochissime – le regioni in cui non è coltivato, si può infatti trovare dal Lago di Garda fino alla Sicilia. Allora, perché quando si parla di sangiovese viene naturale pensare alla Toscana?

Il terroir della Toscana è perfetto per il sangiovese e lui in Toscana ha messo le radici da tempo immemore. Quindi non sbagliamo a considerarlo autoctono. Ci sono tuttavia altre regioni in cui si producono ottimi vini da sangiovese, come la Romagna e l’Umbria. Ma la cosa più affascinante è che il sangiovese diventa un vino diverso in ogni territorio. Vuoi scoprire cosa distingue un Chianti Classico da un Chianti Rufina? Un Brunello da un Morellino? Un Sangiovese di Romagna da un Torgiano Rosso?

Nella nostra prossima serata, martedì 14 novembre, assaggeremo 6 vini da sangiovese provenienti da luoghi vocati. E saranno tutte eccellenze dei rispettivi territori – un’occasione imperdibile per approfondire questo vitigno insieme al sommelier professionista e degustatore Fabio Ceccarelli.

La formazione che scenderà in campo al B-Station il 14 ottobre è questa:

  1. Chianti Rufina Riserva 2016 – Borgo Prunatelli
  2. Chianti Classico Riserva 2016 – Castello della Paneretta
  3. Romagna Sangiovese Predappio Le Lucciole Riserva 2018 – Chiara Condello
  4. Torgiano Rosso Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2016 – Lungarotti
  5. Morellino di Scansano 2019 – Roccapesta
  6. Brunello di Montalcino 2017 – Patrizia Cencioni

E per accompagnarli Claudia del B-Station ci servirà:

  • Crostini misti
  • Tagliere di salumi
  • Formaggi stagionati
  • Lasagne alla bolognese
  • Peposo

Secondo noi è un appuntamento goloso e prezioso per ogni appassionato e curioso. Unisciti a noi il 14 novembre al B-Station.

INFORMAZIONI PRATICHE

Martedì 14 novembre 2023 alle 20:15
presso B Station in Via Romana 126/R Firenze
Costo: 60 euro
Prenotazioni: wineclub@eurhoreca.it – tel. 392 3614035 

La partecipazione all’evento è riservata ai membri di EURhorEKA. Se non sei ancora iscritto puoi farlo gratuitamente: clicca qui.

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Grande esordio per il Brunello firmato Gorelli

Per chi non lo sa, Giuseppe Gorelli è un enologo celebre di Montalcino. La sua carriera vede collaborazioni con diverse aziende toscane, soprattutto del senese e del grossetano; fino al 2016 ha firmato tra l’altro i vini de Le Potazzine proprio a Montalcino. Conosce bene il sangiovese, lo ama e lo interpreta in chiave tradizionale, con maturazioni in botti grandi e uso di lieviti spontanei. Adotta un approccio poco interventista e sposa l’ideale della finezza più di quello della potenza dei vini.

Dal 2017 Giuseppe Gorelli ha una propria tenuta, un piccolo appezzamento di vigneti nell’alto della collina di Montalcino sul versante nord-ovest. Non sono vigneti qualunque, si badi bene, ma sono vigneti gestiti fino allora dalla cantina Lambardi, già celebre per la qualità dei propri vini. Grazie a questi vigneti Giuseppe Gorelli si è spogliato dei panni del consulente e ha iniziato a gestire il progetto enologico in completa autonomia, prendendo liberamente ogni decisione dalla gestione del vigneto alla commercializzazione dei prodotti. Ha creato una linea di etichette firmate Gorelli, fatta di piccole quantità di qualità eccellente. Le etichette comprendono un IGT Toscana, un Rosso di Montalcino DOC e un Brunello di Montalcino DOCG, tutte tre costituite da sangiovese in purezza.

Tanta era l’attesa per il suo Brunello, prodotto per la prima volta con la vedemmia 2018. Ha visto la luce solo a partire dal gennaio 2023, dopo il tempo di affinamento minimo imposto dal disciplinare della DOCG. Il Brunello di Montalcino 2018 è già tutto allocato, la cantina si è svuotata in un batter d’occhio. L’annata 2018 non è stata facile per colpa di un andamento stagionale instabile e soprattutto per piogge arrivate a ridosso dei giorni di vendemmia. Malgrado questo all’assaggio il Brunello di Montalcino di Gorelli è un capolavoro di eleganza e complessità. Veste il bicchiere di rosso carminio vivace. Porta al naso un bouquet floreale prima che fruttato, ricorda pesca, ciliegia, albicocca; profumi ben scanditi e intensi che si aprono ancora con essenze balsamiche e speziate, di anice stellato, chiodi di garofano, tabacco, sottobosco. Al palato lo distingue un tannino raffinato e setoso, che si allea con freschezza e salinità, creando una grande vibrazione ed una struttura slanciata. Si espande in lunghezza più che in larghezza, è saporito e destinato ad un lungo invecchiamento in bottiglia. Ma è già buonissimo così!

Del Rosso di Montalcino – che ha requisiti di affinamento più brevi – sono già uscite le annate 2018, 2019 e 2020. È un Rosso nient’affatto banale, quello di Gorelli, anzi vanta un’ottima struttura, una tensione di acidità e tannini preziosa insieme ad un impatto fruttato intenso. Pur essendo un vino giovane e subito godibile, ha tutti i presupposti per poter sostenere anche un invecchiamento in bottiglia.

L’IGT si chiama Brigo ed è il vino dalle piante più giovani, che danno uva meno concentrata, non idonea alla produzione di vini da lungo invecchiamento. Brigo è ottenuto da una vinificazione in acciaio senza utilizzo di botti di legno. Le uve vengono fatte fermentare con il 30% di grappoli non diraspati; al termine della fermentazione, dopo la svinatura, il vino svolge la fermentazione malolattica e riposa ancora circa un anno in acciaio per essere poi imbottigliato e pronto al consumo. È il Sangiovese dal gusto genuino e vivace, perfetto in ogni momento della giornata, ideale per un pubblico giovane e per un consumo spensierato e casual. In realtà è molto di più: esprime l’essenza del Sangiovese, senza contaminazioni del legno e del tempo: vive di grande purezza.


I vini di Gorelli su EURhorEKA!

GIUSEPPE GORELLI – Brunello di Montalcino DOCG 2018

GIUSEPPE GORELLI – Rosso di Montalcino DOC 2018

GIUSEPPE GORELLI – Rosso di Montalcino DOC 2019

GIUSEPPE GORELLI – Rosso di Montalcino DOC 2020

GIUSEPPE GORELLI – Brigo 2019 (Toscana IGT)

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Il Chianti Rufina di Borgo Prunatelli

Borgo Prunatelli è una piccola fattoria nella Val di Sieve, ovvero quell’area che rientra nella sottozona “Rùfina” della più grande denominazione toscana: il Chianti DOCG.

Si tratta di una realtà storica, seppur di piccole dimensioni, la cui proprietà si estende in collina a oltre 400 metri sul livello del mare. La struttura è quella del tipico borgo rurale toscano, una volta gestito in mezzadria con una serie di poderi e una coltivazione promiscua di vite, olivo, cereali e tutto quello che serviva alla sussistenza familiare oltre che a fare economia agricola. 

Oggi a Prunatelli le cose sono cambiate, ma non tanto, si coltivano soltanto varietà autoctone. Il Chianti Rufina proviene da filari antichi, che oltre al Sangiovese (prevalente), comprendono anche piante di Colorino, Mammolo, Abrostine e Sanforte. Tutte le varieta vengono raccolte e vinificate insieme, come si faceva una volta. In altri termini, quello di Borgo Prunatelli è proprio il Chianti Rufina di una volta!

Non sei curioso di assaggiarlo?

BORGO PRUNATELLI – Chianti Rufina Riserva 2016


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Chiara Condello, nuovo volto del Sangiovese di Romagna

Chiara Condello è una giovane vignaiola, proveniente da una famiglia di produttori di vino in Romagna sulle colline di Predappio. Si rende presto autonoma dalla tradizione familiare con l’obiettivo di produrre vini tutti suoi, basati su un’idea moderna di vino fatta di espressività e purezza. Ecco che i Sangiovese di Romagna di Chiara Condello assumono un carattere rivoluzionario, conquistano i tre bicchieri dal Gambero Rosso e i massimi riconoscimenti da quasi tutte le guide italiane e da molti critici internazionali. Sulla Guida ai Vini d’Italia 2021 i suoi Sangiovese di Romagna vengono descritti come “grandi novità della regione per identità, stile e piglio contemporaneo”. 

Chiara Condello coltiva Sangiovese sulle colline di Predappio fra 150 e 300 metri, dove le viti affondano le radici in un mix di calcare e argilla ricco di rocce di tipo arenario, il caratteristico “spungone”; si tratta di un terreno povero ma capace di esaltare la qualità dell’uva da vino. Le vigne sono circondate dal bosco e questo determina un microclima relativamente fresco. 

Chiara Condello lavora in modo artigianale, sposa l’agricoltura biologica e un approccio rispettoso del territorio; punta ad esaltare nei vini proprio le peculiarità di questo territorio piuttosto che cancellarle con una vinificazione invasiva. In cantina preferisce lavorare per gravità ed evitare l’impiego di pompe. Nessun lievito selezionato, niente controllo della temperatura e lunghe macerazioni sulle bucce per estrarre il massimo dalle uve. I vini maturano in botti grandi e vengono imbottigliati senza filtrazione.

Sono 2 le etichette prodotte: la Riserva “Le Lucciole” e il più giovane “Chiara Condello”, entrambi classificati Romagna Sangiovese DOC della sottozona Predappio. 

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ROMAGNA SANGIOVESE PREDAPPIO LE LUCCIOLE RISERVA 2015

100% Sangiovese raccolto a mano con rese molto basse. È vinificato in legno con una macerazione di un mese e più. Successivamente il vino matura in botti grandi di rovere di Slavonia. Alla vista ha un colore scuro e profondo, impenetrabile, di tonalità rosso rubino. Ricco e intenso è il naso, che alterna note di frutta matura a sensazioni terziarie. Dimostra ottimo corpo, è austero, possente; avvolge il palato con equilibrio e persistenza.

ROMAGNA SANGIOVESE PREDAPPIO LE LUCCIOLE RISERVA 2017

100% Sangiovese raccolto a mano con rese molto basse. È vinificato in legno con una macerazione di un mese e più. Successivamente il vino matura in botti grandi di rovere di Slavonia. Questa annata ha ricevuto i 3 bicchieri del Gambero Rosso. Questa la descrizione in guida: “Le Lucciole Riserva ha tessitura leggiadra e quadro aromatico fiorito, con deliziosi frutti rossi a fare da base: un valzer di lamponi, ribes e ciliegie a danzare nel sorso agile quanto serrato e profondo.

ROMAGNA SANGIOVESE PREDAPPIO LE LUCCIOLE RISERVA 2018

100% Sangiovese raccolto a mano con rese molto basse. È vinificato in legno con una macerazione di un mese e più. Successivamente il vino matura in botti grandi di rovere di Slavonia. Questa annata ha preso 4 grappoli da Bibenda con questa descrizione: “Rubino cardinalizio. Quadro olfattivo intenso e profondo nelle tonalità scure di sottobosco, corteccia, terra bagnata e fiori appassiti, uniti a visciole e more in confettura, china, scatola di sigari e spezie orientali. Assaggio caldo, intenso, strutturato, sostenuto da vibrante freschezza e ottima sapidità con tannini sodi e ben ripartiti.


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Il Brunello “al femminile” di Patrizia Cencioni

Tre donne sono alla guida della cantina: Patrizia e le figlie Annalisa e Arianna. Fino all’anno scorso il nome era “Solaria di Patrizia Cencioni” con tanto di cartello e logo ben visibile sulla strada. Ma le figlie hanno deciso di accorciare il nome e chiamare l’azienda con solo il nome della madre. Quindi le nuove etichette usciranno con solo “Patrizia Cencioni” ed anche un nuovo look.

I vini di Patrizia Cencioni si sono perfezionati anno dopo anno fino a raggiungere livelli qualitativi altissimi. Il segreto sta nella grande cura dei vigneti per raccogliere uva perfetta, al giusto livello di maturazione, e una lavorazione attenta e scrupolosa in cantina senza la fretta di accorciare i tempi necessari alla produzione di grandi vini. Le mani femminili hanno delle attenzioni naturali nei confronti del dettaglio e questo si avverte nei vini di Patrizia Cencioni.

I vigneti sono ben posizionati sul versante est ad altitudine elevata sulla strada che da Montalcino conduce a Torrenieri. Oggi sappiamo quanto l’altitudine conti nella zona di Montalcino, più del versante o di altre variabili. Le vigne godono tra l’altro di una luminosità favolosa e di una vista meravigliosa sulla Val d’Orcia.

Di Patrizia Cencioni abbiamo scelto per i nostri fedelissimi membri di EURhorEKA le due etichette più classiche: Rosso e Brunello di Montalcino.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG PATRIZIA CENCIONI 2016

Annata top! Parola d’ordine: equilibrio. È andato a ruba e ne son rimaste poche bottiglie. È un sangiovese di grande finezza ed eleganza, godibile da subito. Matura in botti di rovere di diverse dimensioni (non barrique) per 3 anni. 

ROSSO DI MONTALCINO DOC PATRIZIA CENCIONI 2019

Il gusto più immediato, versatile e accessibile di Montalcino. Non una seconda scelta, ma una scelta furba! Il Rosso di Montalcino è lo stesso Sangiovese del Brunello, dalle stesse vigne, ma sottoposto ad un invecchiamento inferiore (un anno in botti grandi). Meno complesso e profondo del Brunello, ma ugualmente gustoso e adatto a molteplici occasioni.


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