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Tutti i vini per il ragù di cortile

Per ragù di cortile s’intende un sugo a base di carni bianche, come gallina, faraona, tacchino, coniglio. Spesso è ottenuto con un misto di queste carni finemente tritate e impreziosite con odori ed erbe aromatiche. Quale vino si abbina meglio ad un siffatto ragù? Qual è l’abbinamento migliore per un ragù di cortile? Ce lo siamo chiesti e lo abbiamo provato! Ma prima di esporre la nostra conclusione, vi invitiamo a ragionarci su.

Il ragù di cortile

Le carni bianche non hanno la succulenza delle carni rosse, sono piuttosto delicate e cedevoli al morso dopo cottura, hanno un gusto gentile e sono poco succose. Sono anche pochissimo grasse e in cottura non creano untuosità importante. Per questo non si accompagnano con vini strutturati e tannici. 

Nella preparazione di un ragù di cortile, le carni sono cotte preferibilmente al tegame con un soffritto all’italiana, vengono quindi disossate e tritate per essere trasformate in una salsa, vengono sfumate con vino bianco e insaporite con erbe aromatiche. Facoltativo è l’utilizzo del pomodoro, spesso assente oppure usato in minima quantità, solo come legante.

Con questa salsa si condiscono primi piatti di pasta, che sia all’uovo (fettuccine, tagliatelle, pappardelle, garganelli) o no (pici, spaghetti, penne, farfalle). La masticazione richiesta è media e non sviluppa sugosità in abbondanza; prevale nell’insieme la sensazione di tendenza dolce, accompagnata da una apprezzabile aromaticità. 

Il vino adatto al ragù di cortile

Nella ricerca del vino occorre tener presente tre caratteristiche: media struttura, capacità rinfrescante e profumi. Il colore del vino? In questo caso è facoltativo: può andar bene un vino bianco di buona struttura, profumato, gustoso e saporito, oppure un rosso elegante, con tannini delicati e poco incisivi. Anche un rosato può calzare, se non troppo esile e – perché no? – una corroborante bollicina!

Ragù di cortile e vino bianco

Un vino bianco maturato in legno è proprio un’ottima scelta. La sua struttura può essere perfettamente concordante con quella del piatto. La sua freschezza ed eventuale sapidità sono compagne ideali della tendenza dolce. Un bianco evoluto può avere anche la persistenza gradita per bilanciare quella della salsa. Qualche esempio:

Ragù di cortile e vino rosato

Oggi si è affermata una tendenza di vini rosati tenui basati sulla tensione fresco-sapida con struttura minimale e basso livello alcolico. Sono ottimi da aperitivo o crudité. Nel caso di un piatto di pasta al ragù di cortile, l’opzione rosa ha senso se scegliamo dei rosati strutturati, con maggior forza alcolica, freschezza e salinità accompagnate da intensità aromatica e persistenza. Qualche proposta?

Ragù di cortile e vino rosso

La scelta di un rosso deve orientarci verso vini dalla struttura media e dalla forza tannica contenuta: vini dotati di potere rinfrescante ed eleganza di profumi. Vanno bene rossi giovani o rossi di media evoluzione, purché scorrevoli e raffinati. Ci vengono in mente la delicatezza di un Margaux, la raffinatezza di un Bourgogne o di un Pinot nero italiano, la mineralità di un Nebbiolo del nord, l’acidità di una Barbera, la vivacità di un Sangiovese giovane. Eccone alcuni:

Ragù di cortile e bollicine

Se la scelta di uno spumante per un primo di carne può sembrare azzardata, v’invitiamo a riflettere di nuovo sulle sensazioni gustative del piatto in questione. Sono sensazioni delicate, in cui prevale la tendenza dolce della pasta e delle carni bianche insieme a una discreta aromaticità. Sensazioni del genere richiedono un vino di media struttura e rinfrescante. Cosa vi è di più rinfrescante delle bollicine? Ovviamente per reggere l’abbinamento si preferiranno quegli spumanti che sono dotati di una certa struttura ed evoluzione. Come questi: